licenziare badante convivente per morte decesso assistito

Licenziare badante per decesso assistito: lettera, residenza e altri obblighi

Quando viene a mancare una persona cara assistita da una badante convivente, è normale sentirsi sopraffatti non solo dal dolore, ma anche dalle incombenze pratiche. Tra queste, il licenziamento della badante per decesso dell’assistito è uno dei passaggi più delicati da affrontare, soprattutto per chi si trova per la prima volta in questa situazione.

In questo articolo approfondiamo in modo chiaro e accessibile tutti gli aspetti legati alla cessazione del rapporto di lavoro: dalla lettera di licenziamento alla gestione dell’alloggio e della residenza, fino ai casi di ricovero o assistenza a due persone. Se hai bisogno di aiuto concreto, Gallas Group è al tuo fianco per semplificare ogni fase.

Licenziare badante convivente per morte assistito: cosa significa?

Come abbiamo accennato, la scomparsa di una persona cara è sempre un momento delicato, spesso accompagnato da incertezze pratiche che si sommano al dolore.

Quando l’assistito è seguito da una badante convivente, uno dei primi interrogativi che possono sorgere riguarda proprio come licenziare una badante in seguito al decesso dell’assistito.

In generale, la morte dell’assistito comporta la cessazione automatica del rapporto di lavoro, ma ciò non significa che tutto si concluda da sé. Anzi, è fondamentale gestire il licenziamento  in modo corretto, sia sotto il profilo formale sia in termini di rispetto umano.

La prima cosa da fare è comunicare il licenziamento alla badante. Se il datore di lavoro coincide con la persona deceduta, l’onere di comunicare la cessazione del rapporto ricade sugli eredi o sui familiari che subentrano come referenti.

Al contrario, se il datore è una persona diversa (come nel caso di una famiglia che ha formalmente assunto la badante per conto dell’assistito), sarà questa stessa persona a doversi occupare delle comunicazioni e della lettera di licenziamento.

In entrambi i casi, è importante ricordare che il licenziamento della badante convivente richiede il rispetto di specifiche regole e tempistiche, come il preavviso e la consegna formale della lettera. Inoltre, la permanenza nell’alloggio dopo il decesso può richiedere una gestione attenta, anche sul piano etico.

Per chiarire ogni dubbio, vediamo ora quali sono i riferimenti normativi applicabili in caso di morte dell’assistito e licenziamento della badante.

Licenziare una badante: riferimento normativo CCNL

La disciplina di riferimento per licenziare una badante è contenuta nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL), che regola in maniera specifica anche i casi di decesso.

In particolare, si deve fare riferimento all’ Art. 40 CCNL – Risoluzione del rapporto di lavoro e preavviso.

Questo articolo stabilisce che, in caso di morte del datore di lavoro, il contratto può essere risolto con il rispetto dei termini di preavviso previsti in base all’orario e all’anzianità di servizio della badante.

Se vuoi approfondire tutte le regole per licenziare una badante, ti consigliamo:

Guida al Licenziamento Badante

L’articolo 40 è da non confondere con l’articolo 42 CCNL – Indennità in caso di morte del lavoratore. Quest’ultimo disciplina i diritti spettanti agli eredi della badante (coniuge, figli o parenti a carico) in caso di decesso della lavoratrice, ai quali devono essere corrisposti preavviso e TFR. Questa distinzione normativa è importante per evitare confusioni.

Lettera licenziamento badante per morte assistito e altri obblighi

Come abbiamo visto, dopo il decesso dell’assistito, uno dei primi passaggi da affrontare è la comunicazione scritta del licenziamento alla badante.

Si tratta di un atto formale necessario, anche se il contratto si considera estinto per la venuta meno dell’oggetto dell’assistenza. Vediamo insieme tutti gli obblighi normativi e cosa si deve fare e pagare per il licenziamento di una badante per morte dell’assistito.

1. Lettera di licenziamento

La lettera di licenziamento badante per morte assistito può essere consegnata a mano (controfirmata per ricevuta) oppure inviata tramite raccomandata A/R.

Deve indicare:

  • la motivazione (es. “licenziamento per decesso dell’assistito”),
  • la data di cessazione del rapporto,
  • il periodo di preavviso o l’intenzione di riconoscerne l’indennità sostitutiva.

L’obbligo di preavviso rimane anche in caso di decesso del datore di lavoro. Gli eredi possono scegliere se far lavorare comunque la badante oppure corrispondere l’indennità pari alla retribuzione che la badante avrebbe percepito nel periodo di preavviso (da 8 a 30 giorni a seconda dell’orario settimanale e dell’anzianità di servizio).

Esiste solo un’eccezione: il licenziamento per giusta causa. Se la badante ha avuto un comportamento gravemente lesivo – ad esempio negligenza grave o abbandono dell’assistito – il licenziamento può avvenire anche senza preavviso.

2. Obblighi retributivi da rispettare

Oltre all’invio della lettera di licenziamento, la famiglia deve adempiere ad altri obblighi amministrativi e retributivi:

  • Pagamento del TFR, calcolato sulla base della retribuzione annuale (inclusi vitto e alloggio), divisa per 13,5 e rivalutata con gli indici ISTAT;
  • Tredicesima e indennità sostitutiva per ferie e permessi non goduti;
  • Indennità sostitutiva del preavviso, se non concesso;
  • Saldo dei contributi INPS;
  • Consegna della busta paga finale e della Certificazione Unica (CU).

3. Comunicazioni obbligatorie

Infine, la famiglia dovrà completare altre comunicazioni ufficiali:

  • invio della comunicazione di cessazione all’INAIL (entro 24 ore),
  • comunicazione al Commissariato di P.S. se la lavoratrice è extracomunitaria (entro 48 ore),
  • comunicazione allo Sportello Unico per l’Immigrazione (SUI), entro 5 giorni,
  • comunicazione del cambio di residenza della badante convivente all’anagrafe (se previsto),
  • aggiornamento all’INPS del termine del contratto (entro 10 giorni).

Gestire tutto questo in un momento delicato non è semplice. Proprio per questo molte famiglie si rivolgono a realtà esperte come Gallas Group, in grado di accompagnarle passo dopo passo nella gestione completa del licenziamento badante per decesso dell’assistito.

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Lettera licenziamento badante per morte assistito o decesso datore di lavoro: fac simile

Approfondiamo la questione della lettera di licenziamento badante per morte dell’assistito o del datore di lavoro perché la prima cosa da fare quando ci si trova in questa situazione.
La comunicazione deve contenere tutti gli elementi essenziali previsti dal CCNL, oltre ad alcuni dettagli pratici legati alla residenza, agli effetti personali e al trattamento di fine rapporto.

Ecco gli elementi obbligatori che la lettera licenziamento badante deve riportare:

  1. Intestazione: Spett.le [Nome e Cognome della badante].
  2. Dati del defunto e degli eventuali eredi (in caso di datore di lavoro defunto), specificando la qualità di eredi legittimi.
  3. Motivo del licenziamento: indicare chiaramente il decesso dell’assistito, con relativa data.
  4. Data di cessazione del rapporto: specificare se si intende rispettare il preavviso o procedere con licenziamento in tronco.
  5. Indennità sostitutiva del preavviso: se il rapporto termina subito, è necessario indicare che sarà corrisposta l’indennità prevista.
  6. Richiesta di ritiro degli effetti personali: invitare formalmente la badante a liberare l’alloggio al termine del preavviso o secondo i tempi concordati.
  7. Firma in duplice copia: una copia resta al datore di lavoro (o agli eredi), l’altra alla lavoratrice.

Fac simile lettera licenziamento badante per morte assistito

Oggetto: Recesso dal rapporto di lavoro domestico per decesso dell’assistito

Spett.le [Nome e Cognome della badante]
[Indirizzo di residenza]

Io sottoscritto/a [Nome e Cognome erede], in qualità di erede legittimo/a del defunto/a [Nome e Cognome del datore di lavoro], Le comunico la cessazione del rapporto di lavoro domestico a seguito dell’intervenuto decesso dell’assistito, avvenuto in data [//____].

Ai sensi delle disposizioni contrattuali e dell’art. 40 del CCNL Lavoro Domestico, Le sarà riconosciuto un periodo di preavviso di __ giorni, a partire dalla data odierna. Il rapporto di lavoro terminerà il giorno [//____], con corresponsione di tutte le competenze di fine rapporto (TFR, ratei, ferie non godute).

La invitiamo, pertanto, a ritirare i suoi effetti personali entro la data di cessazione sopra indicata, lasciando libero l’alloggio assegnato.

In alternativa, qualora si intenda procedere con licenziamento immediato, sarà corrisposta la relativa indennità sostitutiva del preavviso.

La presente è redatta in duplice copia: una per Lei, l’altra per gli atti della famiglia.

Con osservanza,
Firma: _______________________
Luogo e data: ________________

Firma per ricevuta del lavoratore: _______________________
Luogo e data: ________________

Il modello sopra riportato va usato esclusivamente in caso di decesso del datore di lavoro, quando quest’ultimo coincide con l’assistito. Se invece il contratto era intestato a una persona diversa (es. un familiare), sarà questa a dover firmare una lettera di licenziamento standard, motivando la cessazione con l’intervenuta perdita dell’assistito.

Residenza badante dopo morte assistito: può rimanere in casa?

Tra gli aspetti più delicati da gestire in questi casi, c’è la questione dell’alloggio e della residenza anagrafica.

In caso di licenziamento della badante convivente a seguito del decesso dell’assistito, il Contratto Collettivo Nazionale stabilisce che la lavoratrice ha diritto a rimanere nell’abitazione per un periodo pari al preavviso spettante.

Questo significa che, anche in caso di licenziamento immediato, alla badante deve essere comunque concesso un tempo di permanenza in casa, utile per trovare una nuova sistemazione o un nuovo impiego.

La durata del preavviso (e quindi della permanenza in casa) varia in base all’orario settimanale e all’anzianità maturata. Questo vale anche se si sceglie di non far svolgere il preavviso lavorato, sostituendolo con l’indennità.

È fondamentale che la famiglia:

  • comunichi formalmente il licenziamento, anche in caso di decesso del datore o dell’assistito;
  • chiuda correttamente il rapporto lavorativo presso INPS, entro i 5 giorni dalla cessazione;
  • risolva la questione della residenza, informando l’anagrafe del Comune che la badante non abita più nell’abitazione.

Tuttavia, non basta che la lavoratrice lasci la casa, ma occorre comunicare ufficialmente la variazione anagrafica. Questo può essere fatto dal proprietario dell’immobile, da un erede o da un delegato, rivolgendosi all’Ufficio Anagrafe del Comune e dichiarando che la badante non risiede più lì.

Si tratta di una prassi necessaria per evitare problematiche future legate alla residenza anagrafica, alle utenze o alla documentazione fiscale.

Badante per due persone: e se muore solo un assistito?

licenziamento badante convivente

In alcuni casi, la badante convivente assiste due persone, spesso una coppia di anziani o familiari non autosufficienti.

Ma cosa succede se uno dei due assistiti viene a mancare? È una situazione delicata, sia dal punto di vista emotivo che contrattuale, che richiede attenzione e chiarezza da entrambe le parti.

Tutto parte da un punto fondamentale: chi è il datore di lavoro nel contratto?
Se il datore di lavoro coincide con l’assistito deceduto, allora sarà necessario modificare formalmente il contratto, individuando un nuovo datore – per esempio, l’altro assistito o un familiare delegato – seguendo le stesse modalità viste nei paragrafi precedenti.

Se invece il datore di lavoro è una terza persona (un parente o un tutore legale) che resta attivo, il rapporto di lavoro non si interrompe automaticamente, ma andrà aggiornato in base al cambiamento delle mansioni.

Il Contratto Collettivo Colf e Badanti prevede una maggiorazione retributiva per chi assiste due persone non autosufficienti. Alla morte di uno degli assistiti, questa maggiorazione non è più dovuta e va quindi ricalcolato lo stipendio, con una variazione del contratto da comunicare tempestivamente a chi gestisce l’amministrazione del rapporto (CAF, consulente, agenzia, ecc.).

Può accadere che, a seguito di questo cambiamento, la badante non voglia proseguire il rapporto di lavoro. In tal caso, può presentare le dimissioni, che, come previsto dal CCNL, prevedono un preavviso ridotto: 8 giorni invece dei 15 normalmente richiesti al datore di lavoro.

Il consiglio è di affrontare la situazione con empatia. Anche per la lavoratrice, la perdita di un assistito rappresenta un evento doloroso, che può influenzare la sua volontà di continuare. Offrire qualche giorno di riposo o supporto emotivo può fare la differenza per ristabilire un equilibrio e valutare insieme il da farsi.

Vuoi approfondire il tema della gestione contrattuale di una badante convivente per due persone? Leggi la guida completa:

Badante convivente per due persone: mansioni e quanto costa

Licenziamento badante per ricovero assistito: si può fare?

Dopo aver visto cosa succede in caso di decesso dell’assistito, è utile chiarire anche un’altra situazione frequente: il licenziamento badante per ricovero dell’assistito in una struttura sanitaria o RSA.

Quando la persona che necessita assistenza viene ricoverata e non fa più ritorno a casa, si può licenziare la badante?

La risposta è sì, il licenziamento è possibile, ma solo se il ricovero rende superflua la presenza della badante all’interno dell’abitazione.

Il ricovero dell’assistito, infatti, può far venir meno il motivo originario dell’assunzione, ovvero l’assistenza domiciliare. Se il ricovero è definitivo o di lungo periodo, la famiglia può procedere al licenziamento, ma nel rispetto delle tempistiche e delle modalità contrattuali previste.

Come già accennato per il caso di decesso, anche il licenziamento per ricovero va gestito con umanità e rispetto, considerando l’impatto emotivo e pratico che questo cambiamento può avere sulla badante. Mantenere un dialogo sereno è la chiave per un licenziamento corretto e senza stress.

Licenziare una badante: non gestire tutto da solo!

Come abbiamo visto, gestire il licenziamento di una badante, soprattutto dopo un evento delicato come la morte o il ricovero dell’assistito, può essere complesso e carico di implicazioni emotive, burocratiche e legali. Dalla lettera di licenziamento alla gestione dei contributi, passando per residenza e altri adempimenti, è facile trovarsi disorientati o temere di commettere errori.

In questi momenti, non serve affrontare tutto da soli.
Gallas Group è al tuo fianco per rendere ogni fase più semplice.

Che tu sia un familiare che ha bisogno di aiuto per gestire correttamente il rapporto con una badante convivente, o una badante in cerca di una nuova opportunità lavorativa, possiamo offrirti il supporto giusto

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