Licenziamento colf e badanti: le linee guida sul licenziamento nel lavoro domestico
Il lavoro di colf, badanti, babysitter e di tutti i collaboratori domestici viene disciplinato dal CCNL del lavoro domestico. Questo documento è fondamentale per riuscire a comprendere le regole di base di un settore che ha caratteristiche peculiari rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti. In effetti, la stessa figura del datore di lavoro nell’ambito del lavoro domestico ha obblighi ben diversi da quelli tipici di aziende e imprenditori. Anche il licenziamento di colf e badanti ha quindi caratteristiche e tempi di preavviso particolari così come diverse modalità di comunicazione. Approfondiamo come funziona il licenziamento nel lavoro domestico ricordando che le regole qui trattate si applicano a tutte le figure di lavoratori che rientrano nel sopracitato CCNL.
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Come funziona la cessazione del rapporto di lavoro domestico
In termini generali, la cessazione del rapporto di lavoro nel settore domestico può avvenire per volontà del datore di lavoro o del collaboratore domestico.
Tra le cause che possono portare alla risoluzione del contratto con colf e badante vi sono:
- Interruzione durante il periodo di prova;
- Scadenza del termine: nel caso in cui il contratto di lavoro preveda una data di termine del rapporto e non vi sia stato rinnovo;
- Risoluzione consensuale delle parti: qualora datore di lavoro e lavoratore domestico si accordino in maniera consensuale e bilaterale per stabilire una data in cui risolvere il rapporto di lavoro;
- Dimissioni: nel caso il cui colf o badante decida di presentare le proprie dimissioni dal rapporto di lavoro;
- Licenziamento;
- Morte del datore di lavoro o del lavoratore.
Le motivazioni valide per il licenziamento del collaboratore domestico
A differenza di quanto accade negli altri settori, per il licenziamento del collaboratore domestico il datore di lavoro non è tenuto a fornire giusta causa o motivazione. Si parla infatti di licenziamento ad nutum per indicare una cessazione del rapporto di lavoro, da parte del datore, che non necessita di giustificazioni.
La spiegazione alla base di questa particolare modalità di licenziamento di colf e badanti risiede nel fatto che il lavoro dei collaboratori domestici, per via delle sue caratteristiche peculiari e del rapporto di fiducia che necessariamente deve esistere con il datore di lavoro, deve potersi risolvere in modo più semplice rispetto ai rapporti di lavoro tradizionali.
In breve, nel caso di licenziamento di badante e colf, il datore può sempre interrompere il rapporto di lavoro, salvo restando il suo obbligo di rispettare il vincolo del preavviso. Nel caso di licenziamento con effetto immediato, alla collaboratrice domestica spetterà, come vedremo, l’indennità sostitutiva del preavviso.
Colf e badanti: licenziamento per giusta causa
Prima di procedere con la descrizione dei termini di preavviso al licenziamento previsti dal CCNL del lavoro domestico, soffermiamoci brevemente sul licenziamento per giusta causa.
In effetti, nel caso di licenziamento della collaboratrice domestica per giusta causa, il datore di lavoro avrà la possibilità di interrompere il rapporto con effetto immediato, senza bisogno di rispettare il preavviso.
Nel licenziamento per giusta causa rientrano tutti i comportamenti di grave mancanza o negligenza da parte del collaboratore domestico. Comportamenti, in breve, che rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro, come furti, violenze sull’assistito e assenze ingiustificate superiori alle 5 giornate.
Come funziona il preavviso di licenziamento colf e badante
Con preavviso ci riferiamo a quel periodo di tempo che intercorre tra la notifica di licenziamento e l’interruzione vera e propria del rapporto di lavoro. È quindi fondamentale tenere a mente che fino al termine del periodo di preavviso, saranno validi tutti i diritti e i doveri previsti da contratto e la colf o badante dovrà continuare a garantire il servizio al proprio datore.
I tempi di preavviso del licenziamento colf e badanti sono disciplinati dal CCNL del lavoro domestico e dipendono da alcune variabili a partire dall’orario di lavoro settimanale e dall’anzianità di servizio.
Con rapporto di lavoro superiore alle 24 ore settimanali, il preavviso di licenziamento è di:
- 15 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità di servizio inferiore ai 5 anni presso lo stesso datore di lavoro;
- 30 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità di servizio superiore ai 5 anni presso lo stesso datore di lavoro.
Con rapporto di lavoro pari o interiore alle 24 ore settimanali, il preavviso di licenziamento è di:
- 8 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità pari o inferiore ai 2 anni presso lo stesso datore di lavoro;
- 15 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità superiore ai 2 anni presso lo stesso datore di lavoro
Con rapporto di convivenza, valido quindi per le badanti conviventi e tutti quei collaboratori domestici che usufruiscono di un alloggio messo a disposizione dal datore di lavoro (portieri privati, custodi di villa etc):
- 30 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità inferiore a 1 anno presso lo stesso datore di lavoro;
- 60 giorni SE il lavoratore ha acquisito un’anzianità superiore a 1 anno presso lo stesso datore di lavoro.
Questi termini di preavviso di licenziamento colf e badanti andranno ridotti del 50% in caso di dimissioni da parte del collaboratore domestico e raddoppiati nel caso in cui il datore di lavoro proceda con il licenziamento della collaboratrice domestica prima del 31° giorno successivo al termine del congedo per maternità della lavoratrice.
I costi da affrontare
Come abbiamo anticipato, il datore di lavoro può non rispettare il preavviso di licenziamento solo ed esclusivamente se questo avviene per giusta causa. In tutti gli altri casi, il mancato preavviso comporta il pagamento al lavoratore domestico dell’indennità sostitutiva, una somma pari alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso spettante e non concesso.
Al lavoratore domestico licenziato spettano inoltre il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), le eventuali ferie non godute e i ratei di tredicesima non ancora liquidati e maturati sino al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
Il collaboratore domestico ha sempre diritto alla liquidazione, anche in caso di lavoro precario, saltuario, di poche ore settimanali e di risoluzione del rapporto durante il periodo di prova (se superiore alle 2 settimane).
Per calcolare le somme di liquidazione dovute a titolo di TFR, sarà necessario tenere presente la retribuzione annua, comprensiva dell’eventuale indennità di vitto e alloggio, e dividerla per 13,5.
Come licenziare una colf o una badante
Per procedere con la risoluzione del contratto, e licenziare una colf, una badante o qualsiasi altro lavoratore compreso nel CCNL del lavoro domestico, è necessario procedere con la comunicazione del licenziamento al lavoratore e con la comunicazione all’Inps.
1. La lettera di licenziamento colf o badante
La prima cosa da fare, per il datore deciso a licenziare la colf o la badante, è la stesura di una lettera di licenziamento che dovrà essere consegnata per raccomandata, a mano o per posta all’indirizzo di residenza, nel rispetto dei termini previsti dal preavviso.
Questa lettera di licenziamento colf o badante dovrà contenere le specifiche delle generalità del collaboratore domestico, le date di inizio e di fine rapporto di lavoro (ovvero l’ultimo giorno in cui il collaboratore presterà servizio) e i riferimenti economici all’ultima busta paga spettante.
2. La comunicazione del licenziamento della colf all’Inps
Dopo aver comunicato il licenziamento alla colf o badante, il datore dovrà obbligatoriamente comunicare la cessazione del rapporto di lavoro all’Inps entro 5 giorni dall’effettiva chiusura del rapporto.
La comunicazione può avvenire servendosi dei servizi telematici dell’Istituto, accedendo al sito INPS tramite apposito codice Pin o con identità unica digitale Spid, oppure telefonando ai Contact Center raggiungibili al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) o al 06 164 164 da rete mobile.
In alternativa, sarà possibile rivolgersi a enti di patronato e intermediari dell’Istituto, anche in questo caso sfruttando i servizi telematici.
L’Inps, ricevuta la comunicazione compresa di codice fiscale del datore e codice del rapporto di lavoro, potrà procedere con la trasmissione della comunicazione di fine rapporto ai vari servizi competenti, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, l’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e la prefettura o ufficio territoriale del Governo in caso di lavoratori extracomunitari (per approfondire come assumere una badante extraeuropea leggi qui).
Conclusione
Quando si tratta di collaboratori domestici, al datore di lavoro spettano tutti gli oneri burocratici del caso. Dalla stesura del contratto di assunzione fino alla comunicazione della cessazione del contratto, gestire il rapporto di lavoro con un collaboratore domestico non sempre è facile, soprattutto quando la famiglia che necessita di supporto per un proprio caro è costretta a gestire altre incombenze a partire dal lavoro e dalle improrogabili attività quotidiane.
Ecco perché GallasGroup si propone di fornire un valido aiuto a tutte quelle famiglie alla ricerca di una colf o di una bandate affidabile, (puoi leggere qui le loro esperienze) occupandosi direttamente della selezione e della gestione di tutti gli aspetti burocratici associati al rapporto di lavoro. Contatta il centro più vicino a te per scoprire che cosa possiamo fare per aiutarti.