Badante in caso di ricovero dell’assistito: come comportarsi?

Quando un anziano viene ricoverato in ospedale, familiari e datori di lavoro si trovano di fronte a una gestione improvvisa e delicata: cosa succede alla badante in caso di ricovero dell’assistito? Deve essere pagata lo stesso? Può continuare a lavorare? Va licenziata?

In questa guida analizzeremo tutto ciò che c’è da sapere sul rapporto tra badante e ricovero assistito, spiegando con parole semplici cosa prevede il CCNL, quali diritti e doveri hanno entrambe le parti e quali soluzioni è possibile attivare nei diversi scenari.

Parleremo di retribuzione, sospensione del contratto ed eventuale assistenza ospedaliera, così da offrire alle famiglie e al lavoratore un quadro chiaro e davvero utile. Iniziamo?

Anziano in ospedale badante a casa: cosa si può fare?

Prima ancora di parlare di costi e di regole contrattuali, va detto che un ricovero, soprattutto se improvviso, è un momento difficile per tutta la famiglia.

Ma lo è anche per la badante, che spesso instaura un rapporto umano molto stretto con l’assistito e può vivere con ansia l’incertezza sul futuro del proprio lavoro. Proprio per questo, la prima regola è comunicare in modo chiaro e tempestivo con la collaboratrice.

Un dialogo sereno e trasparente può evitare fraintendimenti e aiutare a trovare la soluzione più adatta. Se si opta per le ferie, di una temporanea riorganizzazione delle mansioni o di un eventuale distacco, è importante che la badante venga coinvolta fin da subito.

Ricovero assistito breve o lungo: ecco la differenza

Nel valutare cosa fare, la prima distinzione fondamentale riguarda la durata del ricovero:

  • Ricovero è breve e temporaneo: come spesso accade per controlli, piccoli interventi o malori risolvibili in pochi giorni, il rapporto di lavoro può proseguire regolarmente poiché la badante mantiene il diritto alla retribuzione globale di fatto e il vitto e alloggio (o indennità sostitutiva), anche se non lavora direttamente con l’assistito in quei giorni.
  • Ricovero lungo o permanente: la situazione cambia .È possibile, ad esempio, concordare ferie, una sospensione del contratto, o arrivare, se necessario, al licenziamento della badante per ricovero dell’assistito (come approfondiremo nei prossimi paragrafi).

Badante e ricovero dell’assistito: tutte le opzioni disponibili

badante e ricovero dell’assistito cosa deve fare

Ora che abbiamo capito il contesto generale, vediamo di fare chiarezza su quali sono le reali opzioni per la famiglia e la badante durante il ricovero dell’assistito in ospedale o clinica.

Tutte le soluzioni presentate sono previste dal CCNL Colf e Badanti e vanno valutate in base alla durata del ricovero, alle condizioni dell’assistito e agli accordi con la collaboratrice.

  1. Ferie retribuite (solo in caso di ricovero breve): se il ricovero dell’assistito dura pochi giorni, la soluzione più semplice è concordare con la badante un periodo di ferie retribuite. In questo modo si garantisce continuità nel rapporto di lavoro e si offre alla lavoratrice la possibilità di usufruire dei giorni maturati.
  2. Sospensione del contratto: in caso di ricovero più lungo, è possibile sospendere temporaneamente il contratto, mantenendo il posto di lavoro ma senza retribuzione, contributi o maturazione di ratei. Se la sospensione si prolunga oltre un intero trimestre, è necessario comunicare la sospensione dei contributi all’INPS tramite SPID.
  3. Modifica temporanea delle mansioni badante: in alcuni casi si può concordare una modifica delle mansioni. Ad esempio, la badante può occuparsi temporaneamente solo di mansioni domestiche (pulizie, stiro, cucina, riordino) oppure offrire supporto parziale in ospedale, se la struttura lo consente. Anche questa opzione richiede un accordo chiaro tra le parti e, se necessario, una modifica del contratto.
  4. Licenziamento per ricovero dell’assistito: quando il ricovero si prolunga per settimane o mesi e non è possibile offrire mansioni alternative alla badante, si può procedere con il licenziamento per ricovero dell’assistito, previsto dal contratto nazionale.
  5. Assistenza ospedaliera privata (con nuovo contratto): sempre più famiglie, specie nelle grandi città come Torino, Napoli o Milano, scelgono di mantenere attiva l’assistenza anche durante il ricovero, affidandosi a una badante notturna in ospedale. Questa attività, però, esula dal lavoro domestico e rientra nell’ambito dell’assistenza ospedaliera privata. Può essere gestita con un nuovo contratto specifico.

Di seguito approfondiremo meglio la questione della retribuzione e gli ultimi due punti di questo elenco in un paragrafo dedicato. Una situazione per cui c’è la badante in casa mentre l’assistito è ricoverato, come abbiamo visto ha tante soluzioni, ma non per questo è facile da gestire. Per questo ti consigliamo sempre di affidarti ad un’agenzia di badati professionale come Gallas Group dove la tua famiglia è seguita in ogni fase.

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Badante in caso di ricovero dell’assistito: va pagata lo stesso?

Se non si procede con il cambio di contratto, la modifica delle mansioni o il licenziamento, la domanda che in molti si pongono è:

La badante va pagata anche se l’assistito è in ospedale? La risposta, in molti casi, è: Sì.

Secondo quanto stabilito dall’articolo 18 del CCNL Colf e Badanti, quando l’interruzione del lavoro dipende da esigenze del datore, come nel caso di un ricovero ospedaliero dell’assistito, il collaboratore domestico ha comunque diritto alla retribuzione globale di fatto. Ciò vale anche nel caso in cui usufruisca normalmente di vitto e alloggio, che verranno compensati con un’indennità sostitutiva se non forniti nel periodo di assenza.

Questa situazione viene tecnicamente definita sospensione extraferiale del lavoro, ed è regolata con la seguente clausola contrattuale:

Durante le sospensioni del lavoro extraferiali, per esigenze del datore di lavoro, sarà corrisposta al lavoratore la retribuzione globale di fatto, ivi compreso, nel caso di lavoratore che usufruisca del vitto e dell’alloggio, il compenso sostitutivo convenzionale, sempreché lo stesso non usufruisca durante tale periodo di dette corresponsioni.” (Art. 18, CCNL Lavoro Domestico)

Questo significa che, in assenza di un accordo specifico per la sospensione contratto badante per ricovero assistito, la badante continua a maturare stipendio e contributi anche quando non sta prestando servizio, perché l’interruzione non dipende da lei.

Un’eccezione è prevista solo nel caso in cui sia la lavoratrice che, per gravi e documentati motivi personali, richiede un periodo di sospensione non retribuita, fino a un massimo di 12 mesi, previa approvazione del datore di lavoro.

Badante in ospedale: quali sono i suoi doveri e cosa deve fare?

Abbiamo visto che, in assenza di un nuovo accordo o del licenziamento, il datore di lavoro ha l’obbligo di corrispondere lo stipendio alla badante anche durante il ricovero dell’assistito.

Ma quali sono, invece, i doveri della badante in caso di ricovero dell’assistito?

In linea generale, se il rapporto di lavoro continua e non viene sospeso né concluso, la badante può prestare servizio anche presso la struttura di ricovero, continuando a occuparsi dell’assistito.

Questo vale soprattutto in caso di ricovero lungo, a fronte di una regolare comunicazione all’INPS da parte del datore (entro 5 giorni) con aggiornamento su orario di lavoro e luogo della prestazione. Vediamo in dettaglio cosa comporta l’assistenza della badante in ospedale:

  1. Continuità nelle mansioni di assistenza: la badante in ospedale svolge le stesse attività previste a casa: aiuto nell’igiene personale, somministrazione dei pasti, assistenza nei movimenti, accompagnamento in bagno, compagnia e ascolto.
  2. Supporto emotivo all’assistito: l’ambiente ospedaliero può essere fonte di stress, ansia e confusione, soprattutto per anziani fragili o affetti da demenza. La presenza costante di una figura di fiducia come la badante offre rassicurazione e stabilità.
  3. Comunicazione con il personale sanitario: è compito della badante raccogliere e trasmettere correttamente indicazioni di medici e infermieri, riferendo eventuali sintomi, reazioni o difficoltà dell’assistito.
  4. Coinvolgimento della famiglia: la badante rappresenta spesso un punto di contatto fondamentale tra l’anziano e i suoi cari. Tiene aggiornati i familiari sull’evoluzione clinica e sulle esigenze dell’assistito.
  5. Preparazione al rientro a casa: in previsione delle dimissioni, la badante può aiutare ad adattare gli ambienti domestici, procurare i farmaci necessari e organizzare l’assistenza post-ricovero.

È importante sottolineare che durante un ricovero breve la badante non ha l’obbligo di prestare assistenza in ospedale, salvo diverso accordo. Tuttavia, se il ricovero si prolunga e non si interrompe il rapporto di lavoro, l’assistenza si trasferisce nel luogo di cura, mantenendo attivi i diritti previsti dal contratto (ferie, permessi, retribuzione).

In sintesi, in queste situazioni la badante è una figura ponte tra casa e ospedale, tra medico e famiglia, che contribuisce a rendere più umano e personalizzato il percorso di cura.

Assistenza ospedaliera badante: quanto costa?

Assistenza ospedaliera badante badante con ricovero dell'assistito

Se l’assistenza avviene solo per pochi giorni, nulla cambia perché l’orario resta quello stabilito, come anche lo stipendio. Si possono però prevedere piccoli rimborsi per il trasporto o per vitto/alloggio non forniti.

Se il ricovero è più lungo o richiede modifiche negli orari di lavoro, è necessario aggiornare il contratto e comunicarlo all’INPS entro 5 giorni. Per esempio, si può passare da badante convivente a badante non convivente, o da assistenza diurna a badante notturna in ospedale.

In caso di assistenza notturna determinata (qualche notte), le ore extra vengono pagate come straordinario badante, con maggiorazione del 50% secondo le tabelle del CCNL Colf e Badanti.

Se si tratta invece di assistenza notturna continuativa, si può stipulare un contratto specifico con inquadramento da:

  • Assistenza Notturna: per chi presta cura attiva durante la notte;
  • Presenza Notturna: per chi garantisce solo la presenza passiva, senza attività di assistenza. In questo caso, si applica un livello unico con retribuzione mensile da 773,06 €;
  • Assistenza diurna e notturna h24: se l’anziano ha bisogno di una badante sempre presente, è necessario prevedere almeno due lavoratrici, per garantire riposo e rispetto delle norme sul lavoro domestico.

Anche se lavora andando in ospedale, la badante ha diritto a giorni liberi, ferie, riposi e permessi come da contratto. Anche se la sede di lavoro cambia temporaneamente, i diritti restano invariati.

Se vuoi conoscere tutte le tariffe aggiornate per badanti notturne, conviventi e part-time? Scopri le tabelle retributive aggiornate qui:

GUIDA – Quanto costa una badante

Licenziamento badante per ricovero assistito: è lecito?

, il licenziamento della badante per ricovero assistito è possibile, ma va gestito con attenzione, sia dal punto di vista normativo che umano.

Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico prevede, infatti ,la possibilità di interrompere il rapporto di lavoro quando viene meno la motivazione che ha dato origine all’assunzione, in questo caso è l’assistenza domiciliare. Se il ricovero è definitivo o comunque di lunga durata, e la badante non viene più impiegata nella prestazione lavorativa, il datore di lavoro può procedere al licenziamento, rispettando le tempistiche, le modalità e gli adempimenti previsti.

È importante redigere una lettera di licenziamento badante per ricovero assistito, indicando con chiarezza la data di cessazione del rapporto e specificando la causa, ovvero il venir meno dell’esigenza di assistenza domiciliare.

Il licenziamento comporta ,inoltre, il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), della tredicesima maturata, di eventuali ferie o permessi non goduti, e l’obbligo di versare i contributi INPS e comunicare la cessazione del rapporto all’INAIL entro 24 ore.

Per ulteriori chiarimenti su questa procedura e per un approfondimento su casi specifici, come il licenziamento per decesso dell’assistito o per giusta causa, ti consigliamo anche di leggere le nostre guide dedicate:

Licenziamento badante: tutto quello che c’è da sapere 

Licenziamento per decesso dell’assistito

Badante ricoverata in ospedale: cosa può fare la famiglia?

Se, invece, è la badante ricoverata in ospedale si tratta di una situazione sicuramente meno frequente, ma non per questo meno delicata.

Quando è la lavoratrice a dover interrompere il servizio per motivi di salute, la famiglia si trova a gestire sia l’assenza improvvisa di assistenza che gli aspetti contrattuali previsti dal CCNL.

Come prima cosa, la badante è tenuta ad avvisare il datore di lavoro e a trasmettere il certificato medico entro due giorni dalla sua emissione. Durante l’assenza per malattia, la retribuzione è garantita nei limiti stabiliti dal CCNL, che prevede il pagamento di una quota dell’orario ordinario a seconda dell’anzianità di servizio. Questo vale sia per badanti conviventi che non conviventi.

Tuttavia, se la malattia si protrae troppo a lungo e supera il periodo di conservazione del posto (variabile in base agli anni di anzianità), il datore ha facoltà di risolvere il contratto, sempre nel rispetto delle procedure formali previste.

Nel frattempo, è possibile attivare una sostituzione temporanea, rivolgendosi a un’agenzia specializzata o optando per una soluzione interna, ad esempio con il supporto della rete familiare.
Per una guida completa su come comportarsi quando una colf o badante si ammala, puoi approfondire qui:

Malattia colf e badanti: chi paga?

Gestire il contratto badante in caso di ricovero: perché affidarsi a professionisti

Organizzare l’assistenza familiare e il lavoro di una badante durante un ricovero ospedaliero dell’assistito, può essere complesso, soprattutto quando ci si trova a dover prendere decisioni rapide tra sospensioni, modifiche contrattuali o eventuali licenziamenti.

In situazioni come queste, è fondamentale poter contare su un supporto competente, che conosca a fondo la normativa e sappia guidare la famiglia in ogni fase, con umanità e precisione.

Gallas Group è al fianco delle famiglie in molte città d’Italia per offrire soluzioni su misura, nel pieno rispetto del CCNL e delle esigenze individuali.

Se hai bisogno di una nuova figura di assistenza domestica o semplicemente di orientarti tra burocrazia e adempimenti, siamo pronti ad affiancarti con competenza e umanità. Scegli la serenità di un’assistenza professionale: cerca la sede Gallas Group più vicina o contattaci per scoprire come possiamo aiutarti.

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