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Permesso di soggiorno per badante: documenti, procedura e rischi per chi non lo ha

Stai cercando informazioni sul permesso di soggiorno per badante, ma non sai da dove iniziare? Che tu sia una famiglia pronta ad assumere in regola o una lavoratrice straniera che vuole mettersi in regola in Italia, questa guida può davvero fare la differenza.

Capire come funziona il permesso di soggiorno per badante, quali sono i requisiti, le procedure e soprattutto i documenti da preparare, è fondamentale per evitare errori, ritardi o, peggio, problemi legali. In questa guida trovi spiegazioni chiare, aggiornate e pensate per essere davvero utili.

Permesso di soggiorno per badanti: quando serve e chi lo può richiedere

In Italia, il rilascio del permesso di soggiorno per lavoro domestico è regolato da un provvedimento che stabilisce ogni anno (o con cadenza triennale) quante persone straniere possono entrare nel Paese per lavorare. In pratica, solo un numero limitato di lavoratori extracomunitari può essere assunto in modo regolare, in base alle quote stabilite dal governo.

Chi rientra in queste quote può ottenere un nulla osta al lavoro, presentato dal futuro datore di lavoro e, solo dopo l’approvazione, potrà richiedere il visto d’ingresso e il permesso di soggiorno.

Oltre al sistema “in quota”, esistono anche percorsi fuori quota riservati a situazioni particolari. È il caso, ad esempio, del ricongiungimento familiare, per chi entra in Italia per assistere un parente stretto, oppure della conversione da un altro tipo di permesso (come quello per motivi di studio o protezione speciale, se le norme lo permettono).

Tra le principali tipologie di permesso di soggiorno per badanti il più comune è il permesso per lavoro subordinato domestico o il permesso per ricongiungimento familiare, se si assiste un familiare già residente in Italia.

Nota bene: le regole sul permesso di soggiorno possono cambiare in base agli aggiornamenti normativi. Trattandosi di un tema molto delicato, è sempre meglio verificare le ultime disposizioni prima di avviare una pratica.

Gli esperti Gallas Group sono a disposizione per aiutarti. Tutte le badanti selezionate da Gallas Group sono in regola, con permesso di soggiorno valido e documentazione completa.

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Permesso di soggiorno per badanti straniere: le domande più comuni

permesso di soggiorno per badante come funziona

Prima di entrare nel dettaglio dei documenti richiesti per la richiesta o il rinnovo del permesso, può essere utile fare un po’ di chiarezza generale.

In questo paragrafo rispondiamo alle domande più frequenti su come funziona il permesso di soggiorno per badante, a chi spetta, quanto dura e cosa succede in caso di problemi o cambiamenti. Un punto di partenza utile sia per chi lavora come badante sia per le famiglie che desiderano assumere in regola.

1. Quanto dura il permesso di soggiorno per lavoro domestico?

La durata del permesso è direttamente legata al tipo di contratto:

  • 1 anno: se il contratto è a tempo determinato;
  • 2 anni: in caso di contratto a tempo indeterminato.

Il permesso può essere rinnovato alla scadenza, purché permangano i requisiti iniziali (come regolare contratto e reddito adeguato del datore). Durante il rinnovo, la lavoratrice può continuare a lavorare regolarmente, fino a eventuale comunicazione contraria della Questura.

2. Permessi convertibili in permesso per lavoro domestico: quali sono?

Esistono casi in cui è possibile convertire altri permessi di soggiorno in quello per badante. È il caso, ad esempio, di:

  1. permesso per motivi di studio;
  2. permesso per motivi familiari (in caso di decesso del familiare o separazione);
  3. permesso per lavoro stagionale, dopo due esperienze concluse e con un nuovo contratto domestico.

3. Cosa succede in caso di perdita del lavoro?

Se la badante perde il lavoro, anche per dimissioni, non perde automaticamente il permesso di soggiorno. Può iscriversi alle liste di collocamento entro 40 giorni e mantenere la validità del permesso per almeno un anno. In questo periodo può cercare un nuovo impiego senza perdere lo status di soggiornante regolare.

È importante sapere che per far risultare lo stato di disoccupazione serve recarsi al Centro per l’impiego, presentare una dichiarazione e mostrare il permesso in corso di validità.

4. Quali sono gli obblighi sanitari e previdenziali di una badante con permesso di soggiorno?

Chi possiede un permesso di soggiorno per lavoro domestico ha l’obbligo di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale. Questo consente l’accesso gratuito alle cure mediche e comporta la parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani. Per le badanti regolarmente assunte, l’iscrizione è a carico del datore di lavoro; per chi lavora in autonomia, è possibile stipulare assicurazioni private.

Oltre agli aspetti sanitari, la badante regolarmente assunta ha anche l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi annuale, in quanto non riceve una busta paga con ritenute IRPEF automatiche (il datore di lavoro non è sostituto d’imposta). Questo vale anche per chi percepisce redditi da lavoro domestico inferiori a determinate soglie.

Se vuoi sapere come funziona:

GUIDA alla Dichiarazione dei Redditi per Badanti

Come richiedere il permesso di soggiorno per una badante?

La procedura per ottenere il permesso di soggiorno per lavoro domestico prevede alcuni passaggi precisi, che cambiano leggermente a seconda che la badante sia già in Italia o stia arrivando dall’estero.

Se la badante è già presente in Italia, i passaggi sono:

  • il datore di lavoro effettua la comunicazione obbligatoria all’INPS per l’assunzione;
  • la lavoratrice si reca presso un ufficio postale abilitato (Sportello Amico) e ritira il Kit documenti per il permesso di soggiorno;
  • compila il modulo, allega i documenti richiesti (che vedremo nel prossimo paragrafo) e spedisce tutto alla Questura tramite lo stesso ufficio postale;
  • riceve una convocazione dalla Questura per il fotosegnalamento (impronte digitali e verifica dell’identità);
  • dopo l’approvazione, viene avvisata via SMS per il ritiro del permesso elettronico.

Se la badante è ancora all’estero, la procedura parte con:

  • il datore di lavoro in Italia presenta una richiesta di nulla osta al lavoro subordinato domestico presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione;
  • ottenuto il nulla osta, la lavoratrice può richiedere il visto di ingresso e raggiungere l’Italia;
  • una volta arrivata, la procedura prosegue come per chi è già presente sul territorio nazionale: Kit Postale, convocazione in Questura, rilascio del permesso.

In entrambi i casi, il permesso deve poi essere rinnovato prima della scadenza (entro 60 giorni), seguendo una procedura simile a quella iniziale.

Documenti permesso di soggiorno e per il rinnovo: quali servono?

documenti permesso di soggiorno badante

Per richiedere o rinnovare il permesso di soggiorno per badante, è fondamentale preparare con cura tutta la documentazione necessaria. Le regole variano leggermente a seconda della tipologia di permesso e del motivo del soggiorno, ma ci sono alcuni documenti comuni a tutte le casistiche.

Documenti permesso di soggiorno sempre richiesti

Qualunque sia la tipologia del permesso di soggiorno, al momento della presentazione della domanda o del rinnovo la badante dovrà portare con sé:

  1. Marca da bollo da 16 euro;
  2. Copia del passaporto (solo le pagine con dati anagrafici, timbri e scadenza);
  3. Permesso di soggiorno precedente (in caso di rinnovo);
  4. Copia del codice fiscale (se disponibile);
  5. Certificato di residenza o, in alternativa, dichiarazione di ospitalità firmata e trasmessa alla Questura;
  6. Ricevuta dell’invio del Kit postale;
  7. Appuntamento rilasciato dall’ufficio postale;
  8. 4 fototessere del richiedente e dei figli minori da inserire nel permesso (se presenti);
  9. Originale di tutti i documenti allegati in copia.

Documenti permesso per lavoro subordinato (badante già assunta)

Per chi è assunto regolarmente da una famiglia italiana come badante, servono anche:

  1. Copia del contratto di soggiorno stipulato allo Sportello Unico per l’Immigrazione (se con visto dall’estero);
  2. Copia del modello UNILAV (comunicazione obbligatoria INPS);
  3. Dichiarazione dei redditi o CUD del datore di lavoro;
  4. Ultima busta paga;
  5. Bollettini per contributi e smart card (tra 40 e 50 euro a seconda della durata).

Documenti rinnovo permesso di soggiorno motivi familiari

In caso di ricongiungimento familiare, il richiedente deve allegare anche :

  1. Copia del nulla osta rilasciato dalla Prefettura;
  2. Certificato di nascita del figlio, legalizzato e tradotto se proveniente dall’estero;
  3. Bollettini postali per spese amministrative.

Documenti per rinnovo permesso di soggiorno illimitato o lungo periodo

Il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo può essere richiesto dopo 5 anni di soggiorno continuativo. I documenti aggiuntivi richiesti includono:

  1. Prova del reddito minimo (es. dichiarazione dei redditi o CUD);
  2. Certificato di idoneità alloggiativa;
  3. Certificato del casellario giudiziario e certificato penale;
  4. Attestato di superamento del test di lingua italiana (livello A2).

Se richiesto anche per familiari, va aggiunta la documentazione anagrafica che dimostra il rapporto (es. certificato di nascita del figlio legalizzato).

Permesso di soggiorno per badante: novità del Decreto Flussi 2025–2028

Il permesso di soggiorno per badante, come abbiamo visto, è uno degli strumenti chiave per garantire l’ingresso legale e la permanenza regolare in Italia di lavoratrici non comunitarie nel settore dell’assistenza familiare.

Ma attenzione: le norme che regolano i flussi migratori e le quote di ingresso sono in continuo aggiornamento. Per questo, prima di intraprendere qualsiasi procedura, è fondamentale informarsi con attenzione e affidarsi a professionisti.

Tra le novità più rilevanti, il nuovo Decreto Flussi 2025–2028, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri a fine giugno 2025, prevede un importante aumento delle quote destinate a colf e badanti. Si passa dalle 9.500 unità annue del triennio precedente a:

  • 13.600 ingressi nel 2026
  • 14.000 ingressi nel 2027
  • 14.200 ingressi nel 2028

Un totale di 41.800 posti dedicati all’assistenza familiare, in risposta all’aumento della domanda da parte delle famiglie italiane, in particolare per la cura di anziani e persone con disabilità.

Questo incremento è stato definito tenendo conto delle domande pervenute negli anni passati, del fabbisogno segnalato dalle associazioni di categoria (come Assindatcolf) e delle esigenze concrete di famiglie e singoli datori di lavoro. Tuttavia, nonostante l’aumento delle quote, permangono criticità strutturali: la procedura del “click day”, con i suoi tempi stretti e le difficoltà operative, viene considerata da molti una vera e propria lotteria.

In media, solo il 16% delle domande presentate nel precedente decreto ha portato alla firma di un contratto di soggiorno, confermando l’urgenza di riformare un meccanismo ancora troppo complesso.

Per il momento, restiamo in attesa della pubblicazione del decreto ufficiale in Gazzetta Ufficiale, che ne chiarirà i dettagli operativi. Nel frattempo, restare aggiornati è la chiave per non commettere errori quando si assume una badante.

Badante senza permesso di soggiorno: i rischi da conoscere

La proposta di assumere una badante senza permesso di soggiorno è una situazione che può capitare più spesso di quanto si pensi, magari affidandosi al passaparola o all’urgenza di trovare un aiuto concreto in casa. Ma è importante sapere che dal punto di vista legale le conseguenze possono essere serie, sia per la lavoratrice sia per la famiglia che la assume.

In Italia, infatti, non è possibile lavorare regolarmente senza un permesso di soggiorno valido. Chi assume una persona priva di documenti rischia non solo multe fino a 5.000 euro, ma anche sanzioni penali. Il reato è quello di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, con pene che possono arrivare fino a 3 anni di reclusione. Questo vale anche nei casi in cui sia la badante stessa a chiedere di essere pagata in nero, oppure quando il datore di lavoro decide consapevolmente di non regolarizzarla.

Entrambe le situazioni comportano un rischio serio: per la famiglia, che può incorrere in problemi fiscali e legali; per la lavoratrice, che rischia l’espulsione e non ha accesso ai diritti basilari, come assicurazione, ferie, TFR o malattia.

Se hai il dubbio che la tua collaboratrice non sia in regola, oppure se sei una badante e vuoi capire come metterti in regola nel 2025, non aspettare. Prima si agisce, più è facile evitare complicazioni.

Rivolgersi a professionisti esperti nel lavoro domestico e nell’assistenza può fare davvero la differenza.

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