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Orario di lavoro badante: come funziona e cosa prevede il CCNL

Gestire l’assistenza di una persona cara significa organizzare le giornate con attenzione, tenendo insieme bisogni pratici, tempi di lavoro e momenti di riposo. In questo equilibrio entra in gioco un tema centrale: l’orario di lavoro della badante convivente e non.

Capire come va strutturato, quali limiti esistono e quali diritti devono essere rispettati è fondamentale per evitare fraintendimenti e costruire un rapporto di lavoro sereno fin dall’inizio. In questa guida analizziamo nel dettaglio come funziona l’orario di lavoro della badante, partendo dalla normativa fino agli aspetti più pratici: esempi di orario, tempi di riposo, ore minime e gestione delle variazioni nel tempo.

Orario di lavoro badante convivente: cosa stabilisce l’articolo 14 del CCNL

Il riferimento normativo centrale per comprendere l’orario di lavoro della badante convivente e non è l’articolo 14 del CCNL, dedicato proprio alla disciplina dell’orario di lavoro. È questo articolo a definire il quadro generale entro cui devono muoversi datori di lavoro e lavoratori, chiarendo principi, limiti e modalità di organizzazione della prestazione lavorativa.
In particolare, l’articolo 14 stabilisce che la durata dell’orario di lavoro è quella concordata tra le parti, ma sempre nel rispetto di precisi limiti massimi settimanali e giornalieri, che variano in base alla tipologia di rapporto (convivente o non convivente) e al livello di inquadramento.

La norma distingue, inoltre, tra servizio intero e servizio ridotto, prevede specifiche regole per alcuni profili (come i lavoratori conviventi inquadrati nei livelli C, B e B super) e introduce l’obbligo dell’atto scritto nei casi in cui l’orario presenti articolazioni particolari.

Oltre alla durata della prestazione, l’articolo disciplina anche aspetti fondamentali come il diritto al riposo giornaliero, la gestione dei riposi intermedi, la collocazione dell’orario di lavoro, il lavoro notturno e le condizioni per eventuali prestazioni eccedenti rispetto all’orario concordato. Tutti questi elementi costituiscono la base normativa da cui partire per comprendere correttamente come si struttura l’orario di lavoro di una badante convivente, che vedremo nel dettaglio nei paragrafi successivi.

Orario di lavoro badante convivente: 54 ore totali

Orario di lavoro badante 54 ore settimanali

Uno dei dubbi più frequenti quando si instaura un contratto di lavoro domestico per badante convivente riguarda quanto tempo possa effettivamente lavorare ogni settimana.

Il CCNL del lavoro domestico fissa un limite preciso:

la prestazione lavorativa della badante convivente non può superare 10 ore al giorno, non consecutive, per un massimo di 54 ore settimanali.

Questo chiarimento è importante perché vivere nella stessa abitazione dell’assistito non equivale a una disponibilità continua. La convivenza serve a facilitare l’organizzazione dell’assistenza, ma non elimina la distinzione tra tempo di lavoro e tempo di riposo, che resta un diritto tutelato dal contratto.

L’orario di lavoro va quindi costruito in modo equilibrato, alternando momenti di presenza attiva a pause distribuite durante la giornata. Nella pratica, le ore di servizio si concentrano nei momenti in cui l’assistenza è più necessaria, come il mattino, i pasti, l’igiene personale o la sera, lasciando spazi di tempo libero alla badante per riposare o svolgere attività personali.

Questo equilibrio è alla base di un rapporto di lavoro sostenibile. Definire con chiarezza l’orario aiuta entrambe le parti a evitare fraintendimenti e a vivere la convivenza in modo più sereno e organizzato.

Esempio orario badante convivente

Per rendere più concreto quanto previsto dal CCNL, vediamo un esempio pratico di orario di lavoro badante convivente a tempo pieno.
Ecco una tabella riassuntiva :

Giorno Orario di lavoro Dettaglio
Lunedì 7:00–12:00 / 14:00–19:00 10 ore totali + 2 ore di pausa
Martedì 7:00–12:00 / 14:00–19:00 10 ore totali + 2 ore di pausa
Mercoledì 7:00–12:00 / 14:00–19:00 10 ore totali + 2 ore di pausa
Giovedì 7:00–12:00 / 14:00–19:00 10 ore totali + 2 ore di pausa
Venerdì 7:00–12:00 / 14:00–19:00 10 ore totali + 2 ore di pausa
Sabato 7:00–11:00 4 ore
Domenica Riposo completo
Mezza giornata di riposo Di norma sabato pomeriggio (da concordare)

Ore di riposo badante convivente: quante sono?

Dopo aver visto come può essere organizzato l’orario di lavoro di una badante convivente, è naturale chiedersi quale spazio resti per il riposo. Proprio perché l’assistenza si distribuisce in più momenti della giornata, il CCNL del lavoro domestico dedica grande attenzione alle ore di riposo della badante convivente, considerandole un diritto essenziale e non un aspetto secondario.
Anche in presenza di convivenza, infatti, il contratto tutela in modo preciso i tempi di recupero della lavoratrice, per garantire un’assistenza continua ma sostenibile.

Nell’arco di ogni 24 ore devono essere garantite almeno 11 ore di riposo consecutive, generalmente collocate durante la notte. Questo significa che la badante non può essere chiamata a svolgere attività lavorative in modo continuativo senza una reale interruzione, anche se vive nella stessa abitazione dell’assistito.

Accanto al riposo notturno, il contratto prevede anche una pausa intermedia giornaliera, non retribuita quando l’orario di lavoro supera le 6 ore e non è interamente collocato nella fascia 6–14 o 14–22. Questa pausa rappresenta un vero momento di stacco, durante il quale la lavoratrice può riposare, uscire di casa o dedicarsi a sé stessa. Oltre alle pause quotidiane, la badante convivente ha diritto anche a un riposo settimanale complessivo di 36 ore, così suddivise:

  • 24 ore consecutive, di norma la domenica;
  • 12 ore aggiuntive, collocate in un altro giorno della settimana.

Il giorno di riposo principale può essere spostato previo accordo tra le parti, ma deve sempre essere garantito un riposo effettivo e continuativo. In presenza di esigenze straordinarie, come una necessità improvvisa dell’assistito, è possibile concordare uno straordinario, fermo restando il diritto al recupero del riposo o al compenso aggiuntivo, secondo quanto previsto dal contratto.

Per approfondire:
Riposi Badante Convivente

Ore minime per badante convivente: esiste una regola?

Quando si parla di ore minime per badante convivente, è importante chiarire subito un punto: il CCNL non fissa un “minimo assoluto” valido per tutti, ma individua modelli contrattuali di riferimento entro cui può essere organizzato l’orario di lavoro.

Come abbiamo già visto, nella maggior parte dei casi, la convivenza è associata a un rapporto a tempo pieno, con un orario standard di 54 ore settimanali. Tuttavia, il contratto prevede anche forme di convivenza a orario ridotto, che rappresentano l’alternativa più vicina a un “minimo” settimanale.

In particolare, per alcuni profili è possibile concordare un orario fino a 30 ore settimanali, solo per lavoratori e lavoratrici inquadrati in alcuni livelli (approfondisci: Livelli Inquadramento Badanti). In questi casi, l’orario può essere concentrato in fasce ben definite della giornata (ad esempio solo mattina o solo pomeriggio) oppure distribuito su un numero limitato di giorni settimanali.

Per l’assistenza a persone non autosufficienti, inquadrate nei livelli CS e DS, la situazione cambia. Qui la convivenza è pensata quasi sempre come rapporto a tempo pieno, proprio perché l’assistenza richiede una presenza più ampia e continuativa. Restano comunque fermi alcuni diritti fondamentali che abbiamo già accennato ma che è bene ripetere:

  • almeno 11 ore di riposo consecutivo nell’arco della giornata;
  • pause giornaliere se l’orario supera le 6 ore;
  • 36 ore di riposo settimanale, di cui almeno 24 consecutive.

Alla luce di quanto visto sulle ore minime per badante convivente, è evidente che la convivenza non riguarda solo il numero di ore settimanali, ma un diverso modo di organizzare l’assistenza. Le soluzioni previste dal CCNL, convivenza a tempo pieno o a orario ridotto,  rispondono infatti a esigenze differenti rispetto a quelle di una badante non convivente, che lavora prevalentemente a ore.
Proprio per chiarire meglio queste differenze, è utile mettere a confronto le due tipologie di rapporto. La distinzione tra badante convivente e non convivente incide su orario massimo, distribuzione delle ore, riposi e modalità di organizzazione della giornata lavorativa.

La tabella che segue riassume le principali differenze dei due tipi di contratto in termini di orario lavoro:

Aspetto Badante convivente Badante non convivente
Convivenza Vive nella casa dell’assistito Non vive nella casa dell’assistito
Orario massimo settimanale (CCNL) 54 ore 40 ore
Orario massimo giornaliero (CCNL) 10 ore al giorno 8 ore al giorno
Distribuzione settimanale tipica Spesso su 6 giorni (con riposi) Su 5 o 6 giorni, in base all’accordo
Riposo giornaliero Previsto e tutelato (con riposo consecutivo) Previsto e tutelato
Pause nella giornata Possibili e utili per separare i momenti di assistenza Dipende dall’organizzazione e dagli accordi

Variazione orario di lavoro colf e badanti: comunicazione INPS

Dopo aver chiarito come si struttura l’orario di lavoro della badante convivente, quali sono i limiti settimanali e quali diritti di riposo devono essere sempre garantiti, è naturale chiedersi cosa succede quando, nel tempo, queste condizioni cambiano.

Nel rapporto di lavoro domestico, infatti, l’organizzazione dell’orario può essere rivista per rispondere a nuove esigenze familiari o assistenziali. In questi casi si parla di variazione dell’orario di lavoro della colf o della badante, una procedura che non riguarda solo l’accordo tra le parti, ma comporta anche specifici obblighi di comunicazione all’INPS.

Quando cambia l’orario, il datore di lavoro ha sempre l’obbligo di effettuare la comunicazione INPS della variazione dell’orario di lavoro, anche in base alla variazione che deve fare. Le principali casistiche sono:

  1. Variazione dei giorni di lavoro: in questo caso è sufficiente aggiornare i dati direttamente sul sito dell’INPS;
  2. Variazione degli orari o del monte ore settimanale: è necessario un passaggio in più. Oltre alla comunicazione telematica all’INPS, occorre predisporre una lettera di variazione dell’orario di lavoro, firmata da entrambe le parti, nella quale vengano indicati i nuovi orari e il totale delle ore settimanali concordate;
  3. Passaggio da convivente a non convivente e viceversa: anche in questa situazione è obbligatoria una comunicazione scritta al lavoratore, che dovrà firmarne una copia per ricevuta e accettazione. Successivamente, il datore di lavoro deve procedere alla comunicazione di variazione del rapporto di lavoro domestico all’INPS (Attenzione però: il sistema INPS non consente la comunicazione telematica diretta del cambio di regime di convivenza. Nel portale è possibile solo indicare se il lavoratore fruisce di vitto e alloggio).

Come comunicare la variazione orario di lavoro all’INPS

La comunicazione INPS della variazione dell’orario di lavoro colf o badante può essere effettuata in diversi modi:

  • tramite Contact Center INPS;
  • tramite procedura telematica sul sito INPS, accedendo con SPID o CIE.

Una volta autenticati, è necessario:

  1. accedere al portale INPS del lavoro domestico;
  2. selezionare “Variazione rapporto di lavoro”;
  3. scegliere il rapporto di lavoro corretto;
  4. entrare nella sezione “Dati rapporto di lavoro”;
  5. modificare il numero di ore settimanali o la retribuzione;
  6. confermare e stampare la ricevuta.

Ricordiamo che non è richiesta alcuna comunicazione all’INPS nei casa di variazione solo del livello (ad esempio passaggio da livello A a B mantenendo la stessa retribuzione) o la variazione della distribuzione giornaliera, senza cambiare il totale delle ore settimanali.

Lettera variazione orario di lavoro colf e badanti: modello

Di seguito riportiamo una bozza di lettera di variazione dell’orario di lavoro, da sottoscrivere con la propria colf o badante, utile per formalizzare correttamente il nuovo accordo tra le parti. Basta copia e incollare questo modello Lettera variazione orario di lavoro colf e badanti su un file word e inserire i dati.

COGNOME NOME DATORE
INDIRIZZO
CAP CITTÀ PROVINCIA
CITTÀ, DATA CONSEGNA
COGNOME NOME COLL.
INDIRIZZO
CAP CITTÀ PROVINCIA
OGGETTO: VARIAZIONE ORARIO DI LAVORO
Le parti di comune accordo decidono di variare dal giorno //____ la disposizione temporale delle prestazioni lavorative.
L’orario settimanale sarà d’ora in poi così distribuito:
Lunedì: ……….. ore, dalle . alle .
Martedì: ……….. ore, dalle . alle .
Mercoledì: ……….. ore, dalle . alle .
Giovedì: ……….. ore, dalle . alle .
Venerdì: ……….. ore, dalle . alle .
Sabato: ……….. ore, dalle . alle .
Domenica: ……….. ore, dalle . alle .
Per un totale settimanale di ore ………………….
Per quanto non previsto dalla presente, continueranno ad applicarsi tutti i precedenti accordi individuali e quanto previsto dal CCNL e dalle leggi in vigore.
Firma del datore

Firma del collaboratore

 

Cosa succede in caso di comunicazione tardiva della variazione orario?

Il datore di lavoro è tenuto a comunicare all’INPS le variazioni del rapporto di lavoro entro 5 giorni dalla data di decorrenza della modifica.
La mancata o tardiva comunicazione può comportare una sanzione amministrativa compresa tra 100 e 500 euro. Per questo motivo, in presenza di variazioni dell’orario o del regime di lavoro, è sempre consigliabile procedere con tempestività o affidarsi a un supporto specializzato, così da evitare errori formali e conseguenze economiche.

Orario di lavoro badante: come concordarlo e perché rispettare le regole?

Quando una badante entra nella quotidianità di una famiglia, l’orario di lavoro non è solo una questione di numeri o di tabelle. È parte di un rapporto umano fatto di fiducia, ascolto e organizzazione, che si costruisce giorno dopo giorno. Proprio per questo, stabilire orari chiari fin dall’inizio è uno dei passaggi più importanti per far funzionare davvero la convivenza.
Oltre al rispetto delle regole contrattuali, concordare l’orario significa mettersi nei panni reciproci. La famiglia ha bisogno di assistenza nei momenti più delicati della giornata, la badante ha diritto a tempi di lavoro definiti e a spazi personali in cui riposare e ricaricarsi. Trovare un equilibrio tra queste esigenze è possibile solo attraverso un confronto aperto e una gestione consapevole dell’orario.

Per questo è sempre consigliabile concordare fin dall’inizio un calendario settimanale chiaro e condiviso, che indichi in modo trasparente:

  • l’orario di inizio e fine della giornata lavorativa;
  • le pause pomeridiane e i momenti di stacco;
  • eventuali fasce di presenza serale o notturna;
  • i giorni e le ore di riposo rispettando i giorni di festività stabiliti dal CCNL.

Avere un piano orario definito aiuta la famiglia a organizzare meglio l’assistenza e permette alla badante di sapere con precisione quando lavora e quando è libera. Questo riduce incomprensioni, aspettative implicite e tensioni che, nel tempo, possono compromettere il rapporto.

È altrettanto importante ricordare che qualsiasi variazione dell’orario, come un cambio di turni o una richiesta straordinaria, deve essere comunicata e concordata, mai imposta. Inoltre, una badante che riposa a sufficienza, che ha momenti per sé e che riesce a mantenere un equilibrio tra lavoro e vita privata è più attenta, paziente e presente. Al contrario, il sovraccarico fisico ed emotivo può portare a stanchezza cronica e burnout, con conseguenze sia sulla lavoratrice sia sulla persona assistita.

Per le famiglie, rispettare le regole significa tutelare la qualità dell’assistenza nel tempo. Per le badanti, conoscere e far valere i propri diritti sull’orario di lavoro significa proteggere la propria salute e professionalità. La convivenza funziona davvero solo quando c’è rispetto dei ruoli e dei confini e quando flessibilità e regole procedono insieme.

Orario di lavoro badante e gestione del rapporto: il supporto di Gallas Group

Gestire correttamente l’orario di lavoro di una badante, rispettare i riposi e affrontare eventuali variazioni contrattuali richiede attenzione, chiarezza e una conoscenza aggiornata delle regole.

Ma, come abbiamo visto, non si tratta solo di adempimenti formali: una buona gestione dell’assistenza domiciliare è ciò che permette di costruire rapporti di lavoro più stabili, sereni e duraturi, a beneficio di tutte le parti coinvolte.
Gallas Group è al fianco delle famiglie non solo nella selezione di figure qualificate, ma anche nel supporto continuo alla gestione del rapporto di lavoro domestico. Dalla definizione dell’orario alla corretta applicazione del contratto, fino alla gestione delle fasi più delicate del rapporto, l’obiettivo è accompagnare le famiglie con competenza e affidabilità, riducendo incertezze e margini di errore.

Nella sezione dedicata potrai leggere anche le testimonianze delle famiglie, che raccontano come una gestione chiara e consapevole dell’assistenza abbia fatto la differenza nella loro esperienza quotidiana.

Scegli la serenità di un’assistenza professionale: cerca la sede Gallas Group più vicina o contattaci per scoprire come possiamo aiutarti.

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