
Permessi badante e colf retribuiti e non: guida completa
La gestione dei permessi colf e dei permessi badante è un tema fondamentale sia per le famiglie che assumono collaboratori domestici sia per le colf e le badanti stesse, che possono così conoscere i propri diritti e doveri in merito.
Questo articolo offre una panoramica chiara e completa sui permessi retribuiti e non retribuiti, illustrando le regole stabilite dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) per gestire correttamente le assenze dal lavoro.
Conoscere le normative sui permessi è fondamentale per creare un rapporto di lavoro trasparente e sereno, dove le esigenze personali e lavorative siano equilibrate. Per le famiglie, significa poter pianificare le attività con maggiore tranquillità; per le collaboratrici domestiche, vuol dire essere tutelate e valorizzate nel proprio ruolo.
Approfondiamo!
Permessi colf e badanti: cosa dice il CCNL?
Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro domestico (CCNL) stabilisce un elenco di permessi badante e colf retribuiti, studiati per rispondere alle principali necessità del collaboratore domestico ma garantendo allo stesso tempo al datore di lavoro la possibilità di organizzarsi al meglio.
Il CCNL tratta questi argomenti in modo approfondito agli articoli 19 (Permessi) 20 e 21, che regolamentano i permessi badanti per motivi personali.
Tuttavia, quando si parla di permessi colf e badante convivente o non convivente, è importante fare chiarezza sulle differenze principali, perché il monte ore a disposizione cambia in base al tipo di contratto, come puoi vedere nella seguente tabella:
RAPPORTO DI LAVORO | ORARIO DI LAVORO | ORE DI PERMESSO ANNUE |
---|---|---|
CONVIVENZA | Tempo pieno | 16 ore annue |
CONVIVENZA | Tempo parziale (livello C, B, BS) |
12 ore annue |
NON CONVIVENZA | Più di 30 ore settimanali | 12 ore annue |
NON CONVIVENZA | Meno di 30 ore settimanali | 12 ore annue da riproporzionare in base all’orario di lavoro |
Di seguito, vedremo nello specifico quali sono le tipologie di permesso retribuito, come funzionano e quanti giorni spettano.
1. Permessi badante per visite mediche, rinnovo documenti e ricongiungimento familiare
Se la tua collaboratrice deve affrontare una visita medica o gestire pratiche come il rinnovo del permesso di soggiorno o un ricongiungimento familiare, ha diritto a fino 16 ore annue di permessi retribuiti se lavora come badante convivente full-time. Queste ore si riducono proporzionalmente se il contratto prevede meno ore settimanali.
Se queste ore non bastano? Si possono richiedere permessi non retribuiti, ma è importante avvisare in tempo.
2. Permessi per lutto colf e badanti (Art. 19)
In caso di lutto familiare, il lavoratore ha diritto a tre giorni lavorativi retribuiti per la perdita di un familiare convivente o un parente entro il secondo grado di parentela (genitori, nonni, fratelli, nipoti).
Tuttavia, per usufruire di questo permesso è necessario presentare il certificato di morte al proprio datore di lavoro.
3. Permessi badante per nascita di un figlio
In merito ai permessi per la nascita di un figlio è bene specificare che se la tua collaboratrice domestica è incinta e ha partorito, dovrai fare riferimento alle regole sulla maternità di colf e badanti.
Per quanto riguarda, invece, la disciplina in materia di permessi retribuiti e di congedo in caso di nascita di un figlio, per il lavoratore padre vale quanto previsto dalla normativa vigente in materia. La normativa nazionale (Legge di Bilancio 2021) ad oggi in vigore prevede, quindi, 10 giorni obbligatori di congedo per i padri.
4. Permessi per formazione professionale di badanti e colf
L’articolo 20 del CCNL riconosce al collaboratore anche la possibilità di frequentare corsi di formazione professionale fino a 40 ore annue retribuite per la formazione specifica e a 64 ore annue se il corso è riconosciuto dall’Ente Bilaterale Ebincolf. Le ore devono essere utilizzate entro l’anno e non si possono accumulare se non sfruttare.
Questa tipologia di permessi però non sono per tutti! Spettano solo a colf e badanti che hanno un contratto a tempo indeterminato full-time e anzianità di servizio di almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro.
5. Permessi per donazione di sangue o midollo osseo
Si prevede, altresì, che la giornata dedicata alla donazione di sangue o di midollo osseo sia retribuita come una giornata lavorativa normale.
Il datore di lavoro può richiedere il rimborso all’INPS presentando la documentazione medica tramite il servizio online INPS o il proprio patronato di riferimento.
Come abbiamo visto, le tipologie di permessi che possono essere richiesti da colf e badanti secondo quanto stabilito dal CCNL sono parecchi. Se hai altri dubbi e domande, e vuoi parlare direttamente con un consulente Gallas Group, cerca la sede più vicina e vieni a trovarci per un supporto completo.
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Badanti permessi per visite mediche: un approfondimento
Chi si affida alla nostra agenzia del lavoro, specializzata nella ricerca e selezione del personale domestico, ci chiede spesso informazioni sulla gestione dei permessi per le visite mediche delle badanti.
Quante ore spettano? Quando possono essere richieste? Lo abbiamo già visto nei precedenti paragrafi, ma crediamo sia importante approfondire.
Secondo l’art. 19 comma 1 del CCNL, il monte ore varia in base al contratto:
- 16 ore annue per collaboratori conviventi full-time;
- 12 ore annue per quelli conviventi part-time (livelli B, BS o C, massimo 30 ore settimanali)
- 12 ore annue per badanti non conviventi con almeno 30 ore settimanali.
Invece, per chi lavora meno di 30 ore settimanali, le 12 ore vanno riproporzionate: ad esempio, una colf con 10 ore settimanali ha diritto a 4 ore di permesso annue.
Questi permessi devono essere utilizzati per visite mediche documentate e rappresentano un diritto che permette al collaboratore di affrontare impegni di salute senza dover utilizzare le ferie né rinunciare alla retribuzione.
Permessi NON retribuiti colf e badanti: quali sono ?
Finora abbiamo parlato di permessi badanti retribuiti, ma è importante conoscere anche i casi di permessi non retribuiti che il datore di lavoro deve considerare per tutelarsi e gestire al meglio la collaborazione con colf e badanti.
Questi permessi, regolamentati dall’art. 23 del CCNL, riguardano principalmente il diritto allo studio e altre esigenze personali, sempre concordate con la famiglia dell’assistito.
Vediamoli nel dettaglio:
- Permessi per studio: le colf e badanti possono chiedere permessi non retribuiti per frequentare corsi utili al conseguimento del diploma di scuola dell’obbligo o di un titolo professionale. La frequenza del corso deve essere documentata mensilmente al datore di lavoro tramite certificato e le ore perse possono essere recuperate a regime normale.
- Permessi generici non retribuiti: oltre ai permessi per studio, il collaboratore domestico può richiedere permessi non retribuiti per esigenze personali non specificate dal contratto (come viaggi, emergenze familiari o motivi personali). In questi casi, la condizione essenziale è che l’assenza venga concordata in anticipo con la famiglia.
Oltre ai permessi: congedi retribuiti per colf e badanti
Oltre ai permessi badante convivente e ai permessi colf, il CCNL prevede anche congedi retribuiti, ovvero periodi di assenza più lunghi rispetto ai permessi, concessi per motivi significativi.
I congedi sono fondamentali per tutelare i collaboratori in situazioni particolari, garantendo loro sicurezza e continuità economica. Tra questi, i più rilevanti sono il congedo per donne vittime di violenza e il congedo matrimoniale.
1. Congedo per donne vittime di violenza di genere
Introdotto con il CCNL 2020, questo congedo permette alle collaboratrici vittime di violenza di genere, inserite in percorsi di protezione certificati, di astenersi dal lavoro per un massimo di 3 mesi.
La lavoratrice deve informare il datore di lavoro con 7 giorni di preavviso e presentare la documentazione che certifica il percorso di protezione. Durante il congedo, l’INPS corrisponderà un’indennità pari all’ultima retribuzione percepita.
Il periodo di congedo è valido ai fini contributivi e concorre alla maturazione di TFR, ferie e 13esima. Il congedo può essere usufruito in modo frazionato su base oraria o giornaliera nell’arco temporale di tre anni secondo quanto concordato tra le parti.
Questo tipo di congedo è un importante strumento di tutela per chi si trova in situazioni di vulnerabilità e necessita di tempo per ricostruire la propria vita.
2. Congedo matrimoniale badante o colf
In occasione del matrimonio, l’art. 24 del CCNL prevede un congedo retribuito di 15 giorni di calendario per colf e badanti. Il congedo può essere richiesto anche fino a un anno dopo la data del matrimonio, presentando il certificato di matrimonio al datore di lavoro.
Se il rapporto di lavoro termina prima dell’utilizzo del congedo, il collaboratore perde il diritto al congedo e non può richiedere un indennizzo economico sostitutivo. Il datore di lavoro è tenuto a corrispondere la retribuzione per l’intero periodo di congedo.
Badanti e Colf permessi non goduti: come funziona?
Secondo il CCNL per il lavoro domestico, i permessi retribuiti non usufruiti non danno diritto ad alcuna indennità sostitutiva: vengono riconosciuti solo se richiesti e goduti dalla collaboratrice. Il contratto stabilisce che i permessi devono essere sfruttati durante l’anno e non possono essere accumulati per poi essere liquidati.
Diversa è la situazione per le ferie non godute, che seguono regole precise. Le ferie non godute possono essere monetizzate solo alla fine del rapporto di lavoro, ad esempio in caso di dimissioni, licenziamento o risoluzione consensuale.
Invece, durante il rapporto, le ferie devono essere necessariamente usufruite, poiché il diritto al riposo è irrinunciabile. Le ferie residue vengono riportate nel cedolino e dovranno essere saldate nell’ultima busta paga in caso di cessazione del rapporto lavorativo.
Permessi badante e colf 2025: i consigli di Gallas Group
La gestione corretta dei permessi colf e dei permessi badante è essenziale per mantenere un rapporto di lavoro sereno ed evitare incomprensioni. Anche nel 2025, le regole sui permessi retribuiti e non retribuiti che abbiamo visto restano una garanzia per i collaboratori domestici e un riferimento chiave per i datori di lavoro.
Forti di anni di esperienza nel settore, i consulenti di Gallas Group hanno aiutato centinaia di famiglie a gestire al meglio collaboratori domestici come colf e badanti, quindi ecco i nostri consigli pratici per la gestione dei permessi colf e badanti:
- Regole chiare sin dall’inizio: definire insieme al collaboratore le modalità di richiesta dei permessi aiuta a evitare confusione. È importante spiegare fin dall’inizio come e quando si possono richiedere i permessi e qual è la differenza con i congedi;
- Comunicazione anticipata: incoraggia le colf e le badanti a comunicare con anticipo le assenze, specialmente per visite mediche o impegni programmati. Questo ti permetterà di organizzare eventuali sostituzioni o modifiche di orario senza troppo stress;
- Trasparenza sulla documentazione: per i permessi legati a motivi medici, è utile richiedere i certificati senza provare imbarazzo. Questo non solo tutela il datore di lavoro, ma contribuisce a mantenere la fiducia reciproca.
Sappiamo che gestire i permessi dei collaboratori domestici può sembrare complicato, ma affidarsi a professionisti può aiutarti a semplificare ogni aspetto.
Gallas Group è l’agenzia del lavoro autorizzata dal Ministero, specializzata nella selezione di colf e badanti e nella gestione di tutte le pratiche amministrative e contrattuali.
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